L'approccio, attualmente sempre più diffuso nella gestione aziendale, che consiste nel creare modelli informatici per i processi lavorativi che concernono tanto l’impiego del corredo di macchine e infrastrutture in essa disponibile quanto la forza lavoro -la componente umana- è indicato con l’acronimo BPM, che sta per Business Process Management, che letteralmente indica la "gestione del processo lavorativo".
La finalità precipua di questo approccio è di pervenire ad un miglioramento globale dei processi lavorativi, concentrandosi in particolare sulle interazioni che intercorrono tra i vari step che li compongono, allo scopo di ottimizzarli e, possibilmente, automatizzarli.
Ciò che distingue il BPM dagli approcci precedenti è la direzionalità: esso parte dal basso verso l'alto, cioè prende avvio dall'analisi del funzionamento reale dell'azienda per creare dei modelli informatici ad hoc, mentre i metodi pregressi muovevano dall'alto verso il basso, per cui, proposto un modello ideale o comunque auspicato, il funzionamento dell'azienda doveva adattarvisi (o magari incastrarvisi!).
Per cui, detto che il primo intervento di un progetto di Business Process Management ben strutturato prevede l’analisi degli obiettivi che l’azienda si propone di raggiungere e della sua organizzazione attuale, scomponendola in una serie di processi lavorativi, il meccanismo prevede di:
- creare un modello informatico il più vicino possibile alla realtà aziendale
- implementare una soluzione, collegata al sistema d'informazione dell'azienda (cioè all'insieme di elementi che partecipano alla gestione, al trattamento, al trasporto e alla diffusione dell'informazione, e che comprende tutti o a una parte di questi elementi: Database aziendale; Software di gestione integrato-ERP; Strumento di gestione della relazione coi clienti-Customer Relationship Management; Strumento di gestione della catena logistica-Supply Chain Management; Applicazioni; Infrastruttura di rete; Server di dati e sistemi di stoccaggio; Server di applicazione; Dispositivi di sicurezza)
- concretizzare la soluzione prospettata;
- analizzare lo stato dei processi tramite tabelle che quantifichino le performance;
- ottimizzare, cioè intervenire su quelle performance che emergano dalle tabelle di cui prima come ancora suscettibili di miglioramento.
Affinché i punti precedenti possano effettivamente realizzarsi, è necessario avere a disposizione:
- uno strumento che sia in grado di creare modelli dei processi lavorativi e di renderli visibili per mezzo di un'interfaccia grafica;
- delle interfacce e dei connettori che integrano la soluzione BPM al sistema d'informazione di cui si è detto sopra;
- un motore di workflow che ospiti e memorizzi i processi in un database relazionale;
- degli strumenti di reporting basati su indicatori precisi, dai quali si ricaveranno le tabelle di cui si è detto poc’anzi.
Tuttavia, la maggior parte degli strumenti che vengono adoperati per l’implementazione di progetti di Business Process Management sono proprietari, e dunque operano secondo il loro proprio modello di dati e funzionamento, rendendo più ardua la sfida della riutilizzazione che, come detto, costituisce l’obiettivo primario del BPM, e consiste nella creazione di un meccanismo che risulti valido pressoché ad ogni utilizzo e non necessitante di continui riaggiustamenti… anche perché la standardizzazione, per essere realmente tale, deve avvenire a livello:
- della creazione dei modelli
- dell'esecuzione dei processi
- della comunicazione con il Sistema Operativo.
Proprio questa molteplicità, che rende la prova più complessa, è uno degli elementi su cui si concentra la Copying Srl, azienda specializzata nel fornire servizi di Risk Management e Business Process Management che grazie al suo team, altamente specializzato, riesce ad analizzare tutte quelle che sono le aree che potrebbero necessitare di interventi strutturali e realizza progetti sartoriali in grado di portare reali vantaggi all'azienda cliente.