Quest’anno l’industria 4.0 ha compiuto dieci anni. Il termine fu utilizzato per la prima volta nella primavera del 2011, durante la Fiera di Hannover in Germania, evento dedicato al mondo industriale.
L’anno successivo un gruppo di lavoro specializzato si mise subito al lavoro presentando un documento di raccomandazioni per lo sviluppo dell’industria 4.0.
Già dalla fine del 2013, il progetto tedesco iniziò a muovere i primi passi verso questa nuova idea di industria del futuro.
In Italia invece si parlò per la prima volta di industria 4.0 nel 2016, con il primo piano nazionale per favorire in questo senso il cambiamento dell’industria. Il nome di questo piano cambiò più volte: da Piano Calenda (dal nome dell’allora Ministro dello Sviluppo Economico) per poi Impresa 4.0 e infine oggi è noto come Transizione 4.0.
Questo piano comprende iniziative, finanziamenti e agevolazioni fiscali per favorire gli investimenti per rendere competitiva la manifattura italiana: misure per 24 miliardi di euro, parte del Recovery Fund italiano, fino a giugno 2023.
Da allora nel mondo sono nati nuovi ecosistemi, difficilmente ipotizzabili in passato, tutti giocati sulla capacità di ridefinire il portafoglio di offerta, di accelerare e ampliare l’innovazione, di offrire nuove soluzioni.
Cos’è la industria 4.0
L’industria 4.0 indica la quarta rivoluzione industriale ed è quella che stiamo vivendo noi oggi. Ciò che maggiormente la caratterizza è l’introduzione massiccia di tecnologie inerenti al mondo ICT.
Nella prima rivoluzione l’uso dell’energia dell’acqua e del vapore era servito per meccanizzare produzione; nella seconda l’energia elettrica ha introdotto l’idea di catena di montaggio e della produzione di massa; mentre nella terza, grazie all’introduzione dell’elettronica, era servita ad automatizzare la produzione grazie alla costruzione di macchina.
La quarta invece si sta rivelando fondamentale per interconnettere fabbriche ed oggetti. Raccoglie informazioni, le analizza e sviluppa capacità per prevedere e controllare da remoto.
In futuro saranno le stesse macchine, rese sempre più intelligenti, a:
- Decidere di effettuare cicli di manutenzione.
- Migliorare in autonomia i processi produttivi.
- Apprendere dall’uomo e da condizioni esterne, in modo da diventare più precise ed efficaci.
- Ridurre i costi e gli impatti ambientali.
- Specializzarsi e adattarsi alla domanda del singolo cliente.
I principi dell’industria 4.0
Pertanto, i principi chiave su cui costruire l’industria 4.0 sono:
- Interconnessione.
Con le reti di oggi possiamo permetterci sempre di più una comunicazione intelligente tra persone, oggetti, software, macchine e fabbriche. - Dati, realtà virtuale e condivisione.
L’informatica dei giorni nostri ci permette di realizzare copie del mondo fisico, realizzando piattaforme digitali corrispondenti 1 a 1 agli impianti e dandogli loro sempre più di dati, oltre che aprendole a innumerevoli collaborazioni. - Fabbriche che si autogesticono.
Le macchine stanno raggiungendo un livello di intelligenza tale da andare oltre alla semplice analisi dei dati esterni che la riguardano. Ora arrivano a prendere decisioni e risolvere problemi in autonomia, sostituendosi sempre di più all’uomo.
Le priorità dell’Industria 4.0 in Italia
Tra le varie iniziative prese in Italia per portare avanti il paradigma dell’industria 4.0, spiccano quelle dedicate alla cybersecurity, ora al quarto posto in termini di diffusione.
Infatti sempre più spesso realtà aziendali sono vittime di attacchi informatici. In un nostro approfondimento analizziamo il problema durante e in ottica post pandemia Covid-19. Bisogna intervenire subito per garantire sicurezza e tranquillità dei dati sensibili delle aziende.
Noi di Copying sappiamo quanto è importante innovare e soprattutto garantire protezione e sicurezza delle aziende con strutture IT solide e performanti.
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