Il Chief Innovation Officer, a volte chiamato anche Innovation Manager, Head of Innovation, Chief Technology Officer e molto altro, nonostante la poca chiarezza sul nome da attribuire a questa figura professionale, è una persona sempre più ricercata dalle aziende, o almeno, da quelle più lungimiranti.
Noi di Copying abbiamo già nella nostra famiglia un Chief Innovation Officer, una guida specialmente importante in questo periodo di grandi cambiamenti e transizioni digitali. Per questo, in questo articolo vogliamo parlare dei risultati del nuovo studio condotto dall’Università di Pavia, il “Chief Innovation Officer Study 2021”, a cui ha avuto l’onore di partecipare anche il nostro stesso Chief Innovation Officer.
In altre occasioni abbiamo parlato di altri studi, sempre molto interessanti, per capire l’andamento e i trend dell’era digitale, come un nostro recente articolo sulla figura degli IT. Oggi invece ci concentreremo su chi sono i Chief Innovation officer, o i CInO, e sui benefici che questa figura può apportare alle aziende.
Chi è l’Innovation Chief Officer?
Il Chief Innovation Officer è una figura professionale nata all’incirca agli inizi degli anni 2000 e che ha acquisito popolarità soprattutto dal 2014 in poi, arrivando a un picco di presenze proprio quest’anno, segnalando una forte crescita continuativa del ruolo: nelle imprese medio-grandi la figura del CInO nel 2018 era presente all’1.63% mentre nel 2021 il dato è salito fino al 3.13%. Come lo commentiamo? Un trend che non solo persiste, ma cresce sempre di più.
Il “Chief Innovation Officer Study 2021” condotto dall’Università di Pavia ha intervistato un campione di 310 Chief Innovation Officer italiani, intervistati su un totale di 410 questionari inviati.
Il campione di indagine era relativo a figure operanti in aziende di diverse grandezze di cui:
- 28% Piccole Imprese
- 18% Medie Imprese
- 44% Grandi Imprese
Mentre i settori di appartenenza più popolari sono:
- 25.2% servizi all’impresa
- 17.9% computer software
- 7.7% macchinari industriali elettrici ed elettronici
Lo studio identifica anche un profilo tipo di CInO: età media 45 anni, esperienza nel campo della tecnologia e dell’informazione con un background di studi solitamente ingegneristico. Da non ignorare anche che è una figura ancora prettamente maschile: solo un CInO su dieci è donna. Un dato sicuramente da migliorare.
Cosa fa un Chief Innovation Officer?
Essendo un ruolo molto fluido, che può persino essere chiamato in modi diversi, ogni azienda delega a questa figura le strategie più adatte al tipo di business e mission da affrontare. In generale però, grazie anche a questo studio, possiamo definire alcune attività standard del Chief Innovation Officer:
- Lo sviluppo di una cultura orientata all’innovazione.
- Lo sviluppo tecnologico.
- Il coordinamento generale tra diverse unità, funzioni e sussidiarie.
Insomma, il Chief Innovation Officer è quella figura che abilita il resto dell’azienda ad innovarsi, è un leader che porta la cultura e gli strumenti giusti per evolversi costantemente.
È importante sottolineare che si tratta di un ruolo strategico: il CInO non è la persona che si occuperà di “fare” innovazione, bensì, è quella persona che coordina e misura in maniera strategica i cambiamenti e le tecnologie da apportare, con uno sguardo sempre rivolto al futuro.
Quali sono i benefici di avere un Chief Innovation Officer?
Avere un CInO è quindi da considerarsi un vantaggio strategico: le aziende che non ne hanno uno nel loro arsenale devono avventurarsi nell’oblio dell’industria 4.0, imparando mano a mano come affrontare la nuova era digitale mentre chi possiede un Chief Innovation Officer sa già andare dritto al nocciolo della questione e può concentrarsi sullo sviluppo e il rafforzamento delle decisioni di business generate dall’innovazione.
Le aziende che hanno al loro interno un CInO hanno anche un vantaggio di crescita del fatturato. Secondo lo studio, queste aziende hanno accresciuto il proprio fatturato del 4.18% nell’ultimo triennio, mentre quelle prive di questa figura solo del 2.39%. Ovviamente è un discorso distinto da settore a settore: le aziende che hanno beneficiato di più di questa figura sono state quelle del servizio alle persone e della vendita di prodotti e le aziende operanti nell’area digital.
È chiaro che più la tecnologia si rivoluzionerà ed entreremo in un’era sempre più digital, questa figura sarà destinata a crescere sempre di più e sarà costretta ad evolversi, un po’ come tutti noi. La sostenibilità non è più una questione ignorabile, per questo già alcune aziende hanno iniziato a chiamare i propri CInO “Chief Innovation & Sustainability Officer” per tenere conto nelle loro scelte anche la salute del pianeta.
Importante è anche aumentare la quota di giovani e donne all’interno di questo ambiente. Ci auguriamo in futuro che sempre più donne riescano ad affermarsi in ruoli da sempre considerati più maschili, anche grazie alla crescita di donne che scelgono di studiare discipline STEM.
Noi di Copying sosteniamo le aziende nel percorso verso la digitalizzazione e la dematerializzazione dei documenti, restando sempre attenti al tema della sostenibilità. Offriamo anche varie soluzioni di firma elettronica tra cui la firma grafometrica e la firma otp. Siamo inoltre esperti nella gestione delle infrastrutture IT e nelle politiche di privacy e protezione dati, offrendo così alle aziende un servizio completo per la totale gestione del passaggio al digitale.
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