È passata poco più di una settimana dal 28 gennaio, la giornata europea istituita per celebrare e ricordare l’importanza della data privacy e data protection.
Anche quest’anno è stato consegnato il “Stefano Rodotà Award”, un premio che porta il nome del politico che per primo ha rivestito il ruolo di Garante della Privacy dal 1997 al 2005. La nota positiva di questa edizione è che il premio è andato a due donne, dimostrando il sempre più importante coinvolgimento femminile nelle questioni STEM. Una delle vincitrici è l’italiana Sabrina Nucciotti, per la sua ricerca nel campo della data privacy e del medical, a cui facciamo i nostri complimenti.
Tuttavia non è tutto rose e fiori nel nostro Paese per quanto riguarda la situazione della protezione dei dati digitali: l’Italia risulta posizionata al secondo posto per violazioni della GDPR.
Andiamo a vedere nel dettaglio qual è la situazione attuale.
Che problemi ci sono con la data privacy?
Partiamo dal problema principale. Secondo una recente ricerca di DLA Piper, da quando sono entrate in vigore le nuovi leggi del GDPR nel 2018, l’Italia è al secondo posto per il numero di violazioni con 83 interventi da parte dell’Autorità Garante. Ci supera solo la Spagna con più di 250 sanzioni.
Siamo invece al terzo posto per multe complessive con un ammontare di quasi 80 milioni.
Un’altra lista di dati allarmanti per l’Europa e il mondo:
- un miliardo di multe complessive in Europa, un aumento del 600% in un solo anno.
- il 44% di aumenti dei rischi informatici è la preoccupazione numero uno per le imprese nel 2022.
- 4 aziende su 10 hanno dichiarato di aver subito attacchi informatici negli ultimi due anni.
Nonostante i grandi passi avanti nella conoscenza del problema e nella tutela stessa dei dati, è chiaro che non è ancora abbastanza.
Urge un cambio di mentalità: la Cyber Resilience.
Il tema della cyber security non è ancora abbastanza importante nelle agende pubbliche e private. Per questo si parla sempre di più di Cyber Resilience: la capacità di resistere, adattarsi e soprattutto saper anticipare i problemi prima che avvengano.
Un passaggio di mentalità del genere richiede un cambio di strategia a monte, che richiede alle istituzioni e alle aziende di organizzarsi e scegliere come proteggersi contro le minacce virtuali.
Una recente ricerca condotta su un campione di quasi 5000 CISO, Chief Information Security Officer, ci fa capire qualcosa in più sullo stato dell’arte:
- L’85% dei CISO ritiene importante che la cybersecurity strategy debba essere in concordanza con gli obiettivi aziendali come crescita e market share.
- L’81% di loro ritiene anche che prevenire gli attacchi informatici abbia dei costi spesso insostenibili e prolungati nel tempo, un dato in aumento del 12% rispetto al 2020.
Nonostante le criticità, riuscire a implementare la giusta strategia di data privacy non è più un’opzione, è un’emergenza.
Anche in funzione delle nuove linee guida del Garante Privacy, di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo, stare al passo con i tempi è fondamentale.
Noi di Copying crediamo fermamente nel progetto di portare cultura digitale all’interno delle aziende e siamo promotori di innovazione sotto qualsiasi aspetto. Per questo siamo molto attenti anche all’ambito della data privacy e della protezione dei dati, fornendo strategie e soluzioni complete per le aziende.
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