Big news: sono state ufficialmente approvate le normative del DSA, per appunto il Digital Services Act, dall’Unione Europa.
A sancire la vincita ufficiale dell’Unione Europa manca ancora l’approvazione formale da parte del Parlamento e Consiglio UE, ma tutto sembra puntare verso questa opzione.
Quindi, cosa cambia in sostanza per noi cittadini e aziende?
- I cittadini diventerebbero di nuovo protagonisti e al comando delle proprie azioni;
- Le aziende di Big Tech avranno molte più responsabilità;
- L’UE sarà garante sia della privacy offline sia di quella online.
Cerchiamo di capire meglio la situazione.
Cosa comprende il Digital Services Act?
Il DSA è reputato una normativa storica, come ammesso dalla stessa Presidente della Commissione Europa Ursula von der Leyen.
Il principio è semplice: pensate a ciò che ci è vietato fare nella vita di tutti i giorni, quella offline, bene questo dovrebbe essere illegale anche nella vita online. E maggiori saranno le dimensioni, maggiori saranno le responsabilità delle piattaforme online.
L’ambizione è quella di:
- proteggere tutti gli utenti online;
- garantire la libertà di espressione e opportunità per le imprese.
E finora l’UE sembra esserci riuscita in larga parte.
Difatti, il DSA è uno una delle due parti di un grande pacchetto legislativo europeo già presentato a dicembre 2020 dove, la prima, è già stata approvata in via definitiva a fine Marzo 2022. Questa prima parte, il Digital Markets Act (DMA), punta già ad abbassare le tecniche competitive sleali da parte delle Big Tech.
Con l’aggiunta della seconda parte, si andrà a coltivare un ambiente online più sicuro e responsabile. Ci sarà più trasparenza sulla moderazione dei contenuti, sulle fake news e sulle truffe online.
Il tutto è riassumibile con il tweet della Presidente von der Leyen: Ciò che viene considerato illegale offline, lo sarà considerato anche online.
Cosa cambia per le grandi aziende?
Il DSA imporrà obblighi chiari per le piattaforme, proporzionati alle dimensioni, all’impatto e al rischio.
Le grandi aziende che non rispetteranno le regole rischieranno sanzioni fino al 6% del fatturato globale o, nei casi peggiori, il divieto di operare nel mercato europeo dopo aver commesso infrazioni continue e gravi.
Il Digital Services Act rappresenta un esempio per tutto il mondo. D’ora in poi anche i grandi player online dovranno sottostare alle regole, soprattutto nel rispetto della privacy e della tutela dei minori e della libertà di espressione online.
Chi saranno i soggetti di questi obblighi?
- Piattaforme molto grandi, ovvero con più di 45 milioni di utenti attivi, che sicuramente andrà ad includere anche Google, Apple, Meta, Amazon e Microsoft;
- Prestatori di servizi di hosting;
- E-commerce;
- Qualsiasi tipo di intermediario online.
Nessuno avrà un pass per evitare sanzioni.
Le novità del Digital Services Act
Tra le novità principali ricordiamo:
- Disposizioni specifiche sulla “pubblicità mirata” basata sulla profilazione degli utenti (o targeting). In particolare, tutti quei servizi che si rivolgono anche ai soggetti minori non potranno proporre contenuti pubblicitari mirati. Stop anche alla profilazione di categorie speciali a fini pubblicitari;
- Divieto di ricorrere a tecniche ingannevoli per manipolare o influenzare le scelte degli utenti (attraverso modelli di dark pattern);
- Obbligo per le piattaforme di rimuovere prontamente contenuti illegali, sulla base ovviamente delle leggi nazionali ed europee;
- Obbligo per i siti E-Commerce di verificare l’identità dei propri fornitori prima di vendere i loro prodotti in modo da ridurre i casi di truffa online.
Quando entrerà in vigore?
La Commissione Europea aveva già inoltrato la sua proposta nel dicembre del 2020. Da lì in poi, il DSA è diventato certamente un tema caldo per tutti i membri dell’Unione che aspetta ormai solo l’approvazione formale del Parlamento e del Consiglio.
Una volta ottenuta questa formalità, il Digital Services Act sarà applicato direttamente in tutta l’UE dal primo gennaio 2024.
Se già in passato le grandi aziende tech come Google o Apple sono riuscite a schivare le norme legislative precedenti, l’UE promette di non ricommettere lo stesso errore e di assicurare l’applicazione delle leggi in maniera corretta e proporzionata per tutti.
E le PMI italiane cosa dovranno fare per adeguarsi al DSA?
In primo piano, il nuovo pacchetto di norme legislative vuole sicuramente dare uno scossone alle Big Tech che finora hanno evitato problemi legislativi e economici grazie a svincolamenti di vario tipo.
C’è anche da dire che comunque, chiunque abbia una presenza online sarà interpellabile dalla legge per cattiva condotta.
Per tutelarsi e non incorrere in possibili errori, bisogna innanzitutto:
-
- Restare informati sulle nuove leggi, specialmente nell’era del digitale. Consiglio: tieni sempre d’occhio il nostro blog per gli aggiornamenti più importanti;
- Rinfrescare i propri sistemi, in caso fossero obsoleti, e aggiornarli per essere pronti ad ogni evenienza. In particolare, per evitare fughe di dati di clienti o della propria azienda, potete avvalervi di servizi di it security e gestione delle infrastrutture;
- Fare un controllo della propria privacy policy e del suo aggiornamento.
Noi di Copying crediamo fermamente nell’importanza di una cultura digitale all’interno delle realtà aziendali. Per questo motivo, da anni siamo un punto di riferimento per i nostri clienti sotto questo punto di vista.
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