Il mercato del cloud computing, per quanto generalmente “nuovo”, è già stato accaparrato da grandi eccellenze a livello mondiale quali Google Cloud, Microsoft Azur e soprattutto Amazon AWS.

Praticamente più della metà del mercato è gestita da questi ecosistemi cloud che combattono tra di loro per ottenerne la supremazia. 

Ma … invece in Europa non abbiamo nessun rappresentante? E soprattutto, in Italia, come siamo messi a livello di infrastrutture cloud?

Purtroppo il mercato del cloud non ha ancora condotto un’indagine specifica sul territorio italiano, ponendoci in svantaggio rispetto ai colleghi francesi e inglesi che già stanno tentando di fare dei passi avanti.

Cloud Computing in Europa: i dati

Per farvi capire quanto il mondo, e l’Europa in generale, sia invasa dai colossi americani e cinesi, non abbiamo dati territoriali recenti da circa una decina di anni. 

L’ultimo studio risale infatti al 2012, dove viene indicato che il mercato del cloud è distribuito entro i 50km dal data center o dalla sede aziendale. Ma questo è sicuramente un dato più che vecchio, dato che ormai il settore ha sviluppato delle infrastrutture molto più superiori per cui la vicinanza non è più un fattore fondamentale. 

Di fatto ora, il parametro della distanza non dovrebbe essere più un problema per i cloud provider globali, nazionali o europei. Ma qual è il problema? La mancanza di un’indagine attuale, soprattutto che vada a fotografare la scena italiana. Ed è proprio per questo che il Consorzio Italia Cloud sta chiedendo da tempo un’indagine in merito.

Il punto è che non esistono solo i grandi colossi. Esistono anche provider di soluzioni cloud più piccole, a livello nazionale, che possono diventare altamente competitive. 

Come possiamo rendere i servizi cloud italiani competitivi?

Innanzitutto, non bisogna iniziare subito con la questione del divario infrastrutturale Nord e Centro-Sud del territorio. Un discorso che risulta spesso controproducente. 

Per diventare competitivi sarà necessario: 

• implementare infrastrutture fisiche su tutto il territorio;
• layer applicativi;
• formazione e professionalità su tutto il mercato interno.

L’obiettivo da raggiungere è creare un sistema che renda possibile l’accesso, senza investimenti troppo grossi, a risorse potenzialmente illimitate, scalabili nel tempo, gestite da altri e condivise. 

Il punto di forza è che ormai praticamente tutte le aziende hanno l’esigenza di avere un accesso ai servizi Cloud e quindi la democratizzazione di questo sistema è indispensabile. Un vero e proprio campo di battaglia, a livello globale, dove vengono amministrate la governance, i dati, la sicurezza nazionale e la libertà individuali e di impresa. 

Come il PNRR può aiutare il settore cloud italiano

Il PNRR, come ormai sappiamo, ha tra i suoi obiettivi anche la digitalizzazione. Tuttavia, è stato difficile fino ad adesso raggiungere delle normative europee uguali per tutti gli stati. 

Inoltre la situazione di intervento è molto difficile: il mercato europeo è già penetrato da almeno il 75% di provider americani e cinesi, quindi extraeuropei. 

Il problema di questa predominanza straniera è che, oltre a precludere una fetta di mercato, lascia a loro la gestione completa della nostra privacy e governance che però rimangono soggette a leggi diverse e autoctone. 

Per questo non dobbiamo rassegnarci ad essere solo rivenditori di servizi creati e gestiti al di fuori del nostro Paese. Grazie agli aiuti economici del PNRR e del governo, possiamo nel futuro costruire un ecosistema indipendente italiano a sistema della nostra sicurezza ed economia. 

Che azienda è Copying?

La nostra azienda crede fermamente nell’importanza di una cultura digitale all’interno delle realtà aziendali. Per questo motivo, da anni siamo un punto di riferimento per i nostri clienti.

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