Il calcolo dell’imposta di bollo ogni 2500 registrazioni, a prescindere dalle righe di dettaglio, genera per molte imprese un risparmio che può essere anche rilevante rispetto al tradizionale calcolo dell’imposta di bollo su 100 pagine. Ora che l’imposta è aumentata a 16 Euro il vantaggio economico può essere ancora maggiore
La gestione digitale dell’intero ciclo di vita del libro giornale, come anche quella del libro inventari e dei libri sociali in conformità alla normativa vigente, impone il versamento dell’imposta di bollo così come previsto in caso di gestione cartacea ma con un criterio di calcolo differente basato sul numero di registrazioni e non sul numero di pagine.
L’imposta di bollo sui documenti informatici è regolamentata dal D.M. 24 gennaio 2004, dalla Risoluzione n. 161/E e dalla Circolare n. 5/E del 29 febbraio 2012 e prevede una comunicazione preventiva, che va versata anteriormente alla prima registrazione, ed una comunicazione consuntiva a saldo.
La norma dispone che per i libri e i registri tenuti con modalità informatiche l'imposta di bollo è dovuta ogni 2.500 registrazioni o frazioni di esse, anziché ogni 100 pagine o frazioni di esse.
Pertanto, il calcolo ogni 2.500 registrazioni, dove per registrazione s’intende il singolo accadimento contabile a prescindere dalle righe di dettaglio, genera per molte imprese un risparmio che può essere anche rilevante rispetto al tradizionale calcolo dell’imposta di bollo su 100 pagine. Basta produrre un libro giornale che presenti in una facciata (layout) un numero di registrazioni minore di 25 registrazioni.
Ad esempio per il libro giornale il singolo evento contabile è rappresentato da ogni operazione economica, rilevata in partita doppia, a prescindere dal numero di righe di dettaglio.
La recente Legge 24 giugno 2013 n. 71, entrata in vigore il 26/06/2013, ha aumentato l’imposta fissa di bollo prevedendo che l’imposta prevista nella misura di 1,81 Euro passi a& 2 Euro, mentre l’imposta prevista nella misura di 14,62 Euro passi a 16 Euro.