L' Osservatorio Kion Scuola Innovazione (Oksi) ha promosso un’indagine sulla dematerializzazione nel mondo della scuola che ha interessato un campione di 200 dirigenti scolastici e i suoi principali risultati sono stati anticipati sul sito del Corriere delle Comunicazioni.
“La stragrande maggioranza dei dirigenti scolastici – si legge in apertura della news del Corriere delle Comunicazioni – è consapevole del fatto che nella scuola sia importante lasciarsi alle spalle la carta.
Ma nonostante questo il passaggio a “paperless” procede a piccoli passi. Se soltanto il 2% dei dirigenti usa un sistema di gestione documentale digitalizzato, il 41% pensa che il principale campo di intervento siano il registro di classe e dei docenti, mentre i principali ostacoli sono per il 28% del campione la mancanza di dotazioni tecnologiche, per il 24% nei costi della transizione e per il 22% le “resistenze interne al cambiamento”. Infine, il 66% degli intervistati vede nella dematerializzazione una possibilità per risparmiare “molto” o abbastanza” in materiali di cancelleria (…).
Il maggior beneficio attribuito alla dematerializzazione – si legge in un passaggio successivo – è quello del risparmio della carta e dello spazio necessario agli archivi fisici (36%), seguito dalla possibilità di accedere più rapidamente alle informazioni (22%), dall’alleggerimento burocratico delle amministrazioni (13%) e dalla prevenzione del degrado e dello smarrimento dei documenti (12%).
Oltre al registro di classe, gli ambiti prioritari della dematerializzazione sono quelli dei certificati degli studenti (23%), le comunicazioni con le famiglie (22%) e, infine, gli archivi delle verifiche (12%)”.
Interrogati su quali sia il livello di dematerializzazione del proprio istituto in ciascun ambito (“nullo”, “minimo”, “discreto” o “elevato”), il 58% ha considerato “elevato” quello relativo al registro di classe, il 44% quello delle comunicazioni con le famiglie, il 23% quello dei certificati degli studenti e il 13% quello degli archivi delle verifiche.
“Dall’indagine - si legge nello studio - emerge la mancanza di un approccio coordinato nell’uso attuale di strumenti digitali, intesi come agenti della dematerializzazione: viene infatti indicato il ricorso al sito web (36%), al protocollo elettronico (35%) e al registro elettronico (24%), ma solo il 2% dichiara di usare una soluzione di gestione documentale, vero fulcro della dematerializzazione intesa come controllo dell’intero ciclo di vita dei documenti associati, non solo di singole fasi, e quindi di semplificazione amministrativa”.
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