Il mondo si fa sempre più digitale e questo comprende anche l’Europa e, ovviamente, l’Italia. Per stare al passo con le grandi BigTech americane e orientali, anche il nostro continente sta emanando sempre più leggi e tutele per arrivare a una ben definita Strategia Europea in materia di dati.
I dati possono definirsi un po’ come l’oro di questo secolo. Nelle news leggiamo nazioni che arrivano quasi a farsi guerra per quanto riguarda l’uso e l’acquisizione delle informazioni (vedasi la situazione TikTok negli Stati Uniti). L’UE non può restare indietro e tutti i paesi dell’Unione dovranno diventare sempre più digitalizzati, grazie anche agli incentivi messi a disposizione proprio dal PNRR.
Vediamo quali cambiamenti ci aspettano nei prossimi anni.
Qual è l’obiettivo principale dell’Italia nell’ambito della digitalizzazione?
Per il nostro Paese si è deciso di puntare molto sulla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, troppo legata ancora a sistemi analogici o di difficile accesso. Tutelare le PA è un passo fondamentale in quanto sono questi gli apparati che contengono maggiori dati sensibili sulla popolazione.
Quindi da un lato si vuole snellire i processi delle PA, offrendo nuove soluzioni digitali compatibili ad esempio con cloud e strumenti di controllo data-driven, dall’altro si vuole mettere più al sicuro possibile i diritti dei cittadini alla loro privacy, grazie a un rafforzamento delle misure di sicurezza in ambito cybersecurity.
L’obiettivo da raggiungere per le PA: creare un tessuto nazionale unificato da sistemi digitali dove sia possibile trasferire dati ed erogare servizi in modo sicuro e semplice.
Per ogni tipo di Pubblica Amministrazione verranno poi ovviamente applicate regole ad-hoc, laddove necessario. Ad esempio, in ambito sanitario, vigeranno tutele maggiori soprattutto in caso di informazioni altamente sensibili come nel caso di una diagnosi di HIV: il referto di positività potrà essere inserito all’interno del fascicolo sanitario del paziente solo previa comunicazione in persona da parte del medico.
La sanità sta già facendo molti passi verso la digitalizzazione, dimostrato anche dal fatto che hanno già implementato nuove regole sulla digitalizzazione delle cartelle cliniche.
Anche la cybersecurity sarà al centro dello sviluppo digitale europeo
Sin dal periodo pandemico, gli attacchi informatici sono decisamente aumentati, sia verso i cittadini sia verso enti pubblici e privati. Purtroppo il fenomeno è peggiorato recentemente a causa degli ultimi avvenimenti storici relativi alla guerra russo-ucraina, con una moltitudine di attacchi cybernetici da parte di hacker russi.
Sicuramente la cybersecurity è diventata una prerogativa per tutti. Per questo nel 2022 è nata l’ufficiale Strategia Nazionale di Cybersicurezza 2022-2026: un piano che prevede il raggiungimento di 82 misure volte a rafforzare le difese digitali del Paese entro il 2026.
L’Italia è pronta a diventare cloud first
Infine, anche i servizi cloud diventeranno a far parte della nostra quotidianità sempre di più. Per questo nasce anche la Strategia Cloud Italia che prevede in primis proprio l’adozione del cloud da parte delle Pubbliche Amministrazioni, le prime a dover conservare correttamente i nostri dati.
In questo ci aiuta direttamente l’Europa, con la sua European Data Strategy, che prevede una serie di iniziative legislative di cui, per ora, solo le prime tre sono entrate in vigore:
- Digital Services Act (DSA): si occupa di monitorare il mercato interno dei servizi intermediari stabilendo norme consone per piattaforme digitali di ogni dimensione. Il DSA interviene laddove ci siano contenuti ritenuti inappropriati, garantendo quindi la tutela dei diritti cittadini online.
- Digital Markets Act (DMA): concede parità di mercato a tutte le imprese che lavorano nel settore digitale, contrastando la competizione sleale e l’abuso di potere delle BigTech.
- Data Governance Act (DGA): crea uno spazio europeo sicuro e affidabile dove poter condividere dati personali e non per scopi di ricerca e creazione di nuovi servizi e prodotti.
- Data Act (DA): ancora non in vigore, servirà a stabilire chi potrà accedere e usufruire dei dati generati in UE. Inoltre, renderà più facile l’accesso ai dati per gli operatori pubblici e privati garantendo un controllo ottimale per i data generator.
Questo è il piano europeo per diventare competitivi a livello mondiale nel campo dei dati. Di riflesso, anche l’Italia giocherà la sua partita per diventare sempre più digitale e sostenibile.
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